|
Piano b
Le cose possono solo peggiorare
Sulle
quote della distribuzione degli immigrati nei paesi membri dell’Unione
europea si sta aprendo un contenzioso davanti al quale i problemi della
moneta unica sembrano quasi una sciocchezza. Cosa volete che sia la
resistenza di Tsipras davanti alla massa di persone che dalle coste africane
si muove ogni giorno verso di noi. Tale lo sconcerto per l’atteggiamento di
paesi come la Francia, Parigi ha soppresso di fatto
gli accordi di Schengen, che il premier italiano ha annunciato un misterioso,
ma lacerante “piano b”. Non ce ne voglia Renzi se dubitiamo che abbia davvero
approntato un tale piano, ma non esistendo alcun “piano a”, non capiamo quale
possa essere il piano b. Per il momento, l’unica
cosa che gli Stati europei hanno in mente è di intensificare i respingimenti.
Più della metà degli immigrati che dovrebbero venir
rimpatriati, spariscono. Quanto all’accoglienza, non c’è ancora nessun
criterio messo sulla carta da discutere, se non la volontà di definire delle
quote obbligatorie che in verità nessuno è disposto ad accettare. Non che ci
siano piaciute le posizioni di chiusura espresse da diversi governatori delle
regioni del Nord. Maroni, Toti, Zaia hanno sbagliato, a dire non voler avere
altri immigranti, solo che se Francia e Paesi baltici si rifiutano di
cooperare, perché mai dovrebbero farlo Lombardia e Veneto e Liguria? O ognuno
si assume le sue responsabilità o tanto vale annunciare che i migranti vanno
buttati a mare e lo si spieghi al Santo padre. Sulla
questione migrazione, non solo rischiamo di sfasciare davvero l’Unione
europea ma anche di mettere in crisi principi basilari della civiltà
cristiana in Europa. La
Chiesa ci va bene solo se deve rimettere i nostri peccati.
Abbiamo assistito ad una confusione indicibile per la quale sembrava che dovessimo
persino fare guerra agli scafisti nei porti della Libia, senza rendersi conto
di quali conseguenze una soluzione del genere possa innescare, infatti non ne parla più nessuno. Il governatore della
Lombardia Maroni si è spinto a chiedere di allestire i campi per i rifugiati
in quella regione, evidentemente schiererà le sue camice
verdi per garantirne il funzionamento. A tutto questo si sono aggiunti
i lamenti del ministro degli Interni Alfano contro un’Europa egoista. Un
altro sermone, non un’agenda delle cose da fare. Il 25 ed il 26 giugno i
governi europei dovrebbero districare il bandolo della matassa a presentare
una proposta operativa. Da qui a quella data lo spettacolo che abbiamo
descritto non cambierà e sinceramente non abbiamo nemmeno un elemento utile
per sperare che dopo questo vertice, le cose invece di migliorare, non peggiorino ancora.
Roma, 15 Giugno 2015
|
|